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Gli ormoni e la felicità matrimoniale


Con una semplice analisi del sangue si può capire se i coniugi avranno una vita felice. Una ricerca condotta nell'Ohio ha messo a punto una nuova ed affidabile macchina che predice i divorzi.

MILANO - Da oggi potrebbe esistere un motivo in più per sottoporsi ad un esame del sangue prima di sposarsi. I nostri ormoni, infatti, sono in grado di prevedere se la vita matrimoniale che una coppia si appresta ad affrontare sarà coronata oltre che dalla buona salute dei coniugi anche da una buona intesa e dalla conseguente felicità dei due interessati.

Una ricerca condotta nell'Ohio ha messo a punto quella che sembra essere una nuova ed affidabile macchina che predice i divorzi. Nel 1988 i ricercatori hanno sottoposto 90 coppie di sposi novelli ad uno studio per determinare il nesso esistente tra relazioni interpersonali, stress e stato di salute dei coniugi. Furono selezionate per l'occasione solamente coppie definite "beate", scartando quelle con evidenti problemi che avrebbero potuto palesemente mandare a monte un matrimonio, quali depressione cronica o alcolismo. Gli sposini hanno passato in università 24 ore, durante le quali un tubicino prelevava ad ogni ora una quantità di sangue da esaminare. Riprese dalla telecamera le coppie hanno discusso dei problemi che assillavano la loro, fino a quel punto breve, vita matrimoniale: anche le coppie "beate" hanno i loro piccoli dissapori.

I ricercatori giunsero alla conclusione che l'ostilità tra i partner riduce le capacità del sistema immunitario. Tra le coppie più ostili, infatti, tre ormoni, l'adrenalina, la noradrenalina e l'ACTH, evidenziavano un rilevante aumento di livello nel sangue degli esaminati. Queste tre sostanze sono conosciute come inibitori del sistema immunitario ed un loro aumento rende il soggetto più vulnerabile alle malattie. Ulteriori studi hanno rivelato che un cattivo matrimonio rischia di sfociare in uno stato di cattiva salute per chi lo ha contratto e ricerche più recenti sono state focalizzate a scoprire se l'unione può essere duratura o meno.

Tutte e 90 le coppie del 1988 sono state rintracciate dieci anni dopo e di queste solo il 19% avevano divorziato: il dato, notevolmente sotto la media nazionale, ha confermato che la beatitudine che avevano dimostrato un decennio prima non era solo apparenza. Ma la sorpresa più grande è arrivata dall'analisi delle coppie il cui matrimonio era naufragato: nel sangue raccolto più di dieci anni prima i tre ormoni spia presentavano livelli considerevolmente elevati in tutte le coppie successivamente divorziate. La sovrapproduzione di queste sostanze caratterizzava non solo i momenti in cui gli sposini affrontavano le discussioni, ma anche le ore di sonno in cui lo stress non si manifesta. La produzione inoltre era molto maggiore nelle donne che negli uomini.

Che cosa indicherebbe tutto ciò? Gli ormoni mandano a monte i matrimoni? E per quale motivo le donne reagiscono più degli uomini? "Gli ormoni - sostiene la professoressa Kielcot-Glaser, psichiatra a capo del progetto di ricerca - non rovinano i matrimoni. Vengono prodotti perché qualcosa non funziona perfettamente nella relazione matrimoniale anche se i problemi non si manifestano e i coniugi non si azzuffano. Se le coppie fossero capaci di ascoltare ciò che il corpo dice loro, probabilmente sarebbero in grado di captare questo "turbamento" della loro relazione." E le donne allora sarebbero più sensibili? "Le donne - continua la studiosa - producono una maggior quantità dei tre ormoni perché sono in grado di avvertire molto più facilmente degli uomini l'ostilità. Sono molto più in sintonia con la qualità della relazione e ne avvertono il minimo sbalzo. Gli uomini non riescono a vedere la negatività e l'ostilità che riescono ad avvertire le donne".

E da questa ricerca quali vantaggi possono venire? "Sinceramente - risponde la psichiatra - io non riesco a vedere nessuna applicazione pratica di questi risultati. I consulenti matrimoniali non sono in grado di prelevare il sangue ed eseguire un conteggio ormonale. Ma tutta questa storia ci dice che il nostro corpo in qualche modo ci parla e ci avverte. Purtroppo dobbiamo ancora capire come fare ad ascoltarlo".

(9 APRILE 2001, ORE 16:44)